Fabio M. Bodi è nato a Milano nel
1955. Allievo di Lorenzo Alessandri,
ha conseguito la licenza in Belle Arti
con Francesco Casorati presso l’Accademia Albertina di Torino
ed è diplomato in Teologia.
Leader trainer nello scoutismo cattolico,
insegnante, ufficiale degli alpini, è
legato all’Ordine Domenicano come
laico, dove è stato priore della più antica
fraternita di Torino.
Occupandosi di servizi editoriali ha
scritto di tutto, dallo storyboard televisivo,
all’articolo on-line, all’intero libro,
ma non avrebbe mai pensato di trovare
il tempo per un suo romanzo.
www.fabiobodi.it
Il ritrovamento di una moneta d’oro
nel lago di Erbrun rompe la quiete di
un piccolo, decadente ducato a nord
delle Alpi. Oscure leggende, storie di
guerra, vengono a galla incrociando la
lotta per la successione dell’Abate
che governa questa minuscola signorìa,
la superstizione dei pescatori, le
burrasche di un matrimonio che scricchiola.
Teatro della vicenda – un grande
affresco di sapore fiammingo – è la
casa del mercante di piselli secchi
Arturo Ortly, baluardo di un mondo
troppo antico per resistere alle rivoluzioni
di fine Ottocento. L’ultima caccia
nei boschi, l’ultimo pellegrinaggio al
santuario del Sasso, gli ultimi faraonici
banchetti vengono consumati nella
casa del mercante come un rito,
prima che tutto finisca.
A Roma si celebra il grande Concilio.
L’esercito imperiale sta per invadere il
ducato di Erbrun. Arturo e il giovane
Jeronimus troveranno gli ultimi giorni
di libertà
sulle loro montagne.